Risvolto fondamentale della lotta al riscaldamento globale, presupposto di ogni transizione ecologica degna di questo nome, l’impegno per la cura della vita della Terra nel 2022 si nutre di ricorrenze e appuntamenti italiani e internazionali: dal bicentenario della fondazione dell’Amministrazione forestale per la custodia e la tutela dei boschi del Regno di Sardegna (Regie patenti del 15 ottobre 1822) alla conferenza mondiale delle parti sulla biodiversità (COP15), dal cinquantenario di “The Limits to Growth” e della conferenza di Stoccolma ai 60 anni da “Primavera silenziosa”, dal centenario dell’istituzione del Parco nazionale del Gran Paradiso, ai 150 anni del Parco di Yellowstone e ai 140 anni dalla morte di George Perkins Marsh. Ed entra nel vivo il Decennio delle Nazioni Unite per il ripristino degli ecosistemi.
Per una sorta di quelle congiunzioni astrali che entusiasmano astronomi e astrofili (e ispirano gli astrologi), per non parlare delle triangolazioni dei pianeti, il 2022 si presenta particolarmente ricco di ricorrenze e di eventi che richiamano con forza l’attenzione sui grandi scenari ambientali e – finalmente – sulla vita della Natura.

Alcuni di questi anniversari sono particolarmente significativi per l’Italia: duecento anni fa, ad esempio, il re Carlo Felice con le Regie patenti del 15 ottobre 1822 istituiva l’Amministrazione forestale per la custodia e la tutela dei boschi del Regno di Sardegna, primo nucleo di una organizzazione, territorialmente articolata, cui viene affidato l’incarico di “invigilare sui boschi” e di garantirne la protezione.

Le Regie patenti del 15 dicembre 1833 emanate dal re Carlo Alberto ne videro un primo rafforzamento, poi, attraverso vari passaggi, si arrivò nel 1948 alla nascita del Corpo forestale dello Stato, poi trasformato (sotto il Governo Renzi) in Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari (CUFAA), come struttura dei Carabinieri.
Il primo parco nazionale italiano compie cent’anni.

Se la Legge n.394/1991 sulle aree protette di anni ne ha compiuti trenta nel 2021 (ma continueremo a parlarne), di anni ne compie cento il primo parco nazionale italiano (il Gran Paradiso, istituito il 3 dicembre del 1922), mentre centocinquant’anni fa un ordine esecutivo presidenziale istituiva (il 3 dicembre del 1922) il primo parco nazionale degli Stati Uniti nonché più antico del mondo, il Parco Nazionale di Yellowstone.
Il numero di aprile 2011 di “.eco” è dedicato a George Perkins Marsh, primo rappresentante degli Usa nel nuovo stato unitario italiano
Allo sviluppo delle politiche conservazioniste negli Usa aveva contribuito uno dei fondatori dell’ecologismo scientifico: George Perkins Marsh, primo ambasciatore statunitense nel Regno d’Italia: arrivato a Torino nel 1861 (dove scrisse la sua opera più nota, Man and Nature, 1864), seguì poi la capitale del neonato stato italiano a Firenze e a Roma. Morì nel 1882 (dunque, altra ricorrenza del 2022) mentre si trovava nell’amata Vallombrosa (altro luogo simbolo della natura del nostro Paese) ed è sepolto a Roma.
Il monito del Club di Roma
Parlando di cinquantenari, il 1972 è stato un anno di svolta. Usciva infatti in quell’anno il primo rapporto dell’organismo che Aurelio Peccei aveva fondato a Roma nel 1968: è il dirompente rapporto del MIT al Club di Roma sui limiti alla crescita (“The Limits to Growth”).
Il rapporto fece scalpore, fu tradotto in decine di lingue e venduto in milioni di copie, ma suscitò anche lo scandalo di tutti gli “sviluppisti” incuranti dei tremendi danni che la crescita illimitata ed esponenziale di consumi, rifiuti, emissioni, saccheggio e distruzioni di natura – già in corso (intorno al 1970, ad esempio, l’umanità supera complessivamente l’impronta ecologica di un pianeta) – avrebbe provocato, fino ad arrivare oggi a una situazione che non lascia molto tempo per salvare il salvabile del futuro dell’umanità.
Non a caso nel 1972 si tenne anche la prima conferenza delle Nazioni Unite esplicitamente dedicata ai temi ambientali: la United Nations Conference on the Human Environment (5-16 giugno 1972). Ne nacque il programma dell’Onu per l’ambiente (UNEP nell’’acronimo inglese, PNUE in quello francese) e il 5 giugno divenne la Giornata mondiale dell’ambiente.
Stoccolma+50
La conferenza di Stoccolma sarà ricordata il 2 e 3 giugno 2022 da un cruciale incontro internazionale “Stockholm+50: A Healthy Planet for the Prosperity of All – Our Responsibility, Our Opportunity” (preceduto da un incontro preparatorio il 28 marzo a New York e da mesi di consultazioni e discussioni con individui, comunità, organizzazioni e governi di tutto il mondo.).
Per l’educazione ambientale la conferenza del 1972 è un momento significativo: tra gli altri principi, stabilisce infatti che «L’educazione sui problemi ambientali, svolta sia fra le giovani generazioni sia fra gli adulti, dando la dovuta considerazione ai meno abbienti, è essenziale …» e apre la strada al percorso che porta alla conferenza intergovernativa di Tbilisi sull’educazione ambientale del 1977.
Le minacce alle forme di vita sulla Terra
Senza l’educazione ambientale, senza le ricerche di molti scienziati, senza la visione lungimirante e coraggiosa del Club di Roma, senza Rachel Carson e il suo fondamentale libro “Primavera silenziosa” (1962), senza la mobilitazione di milioni di ambientalisti, , animata da organizzazioni che dopo il pionieristico WWF (in campo dal 1961) iniziarono a fiorire dai primi anni ’70 del secolo scorso e cominciarono a smuovere anche istituzioni internazionali e governi nazionali, oggi la situazione sarebbe senz’altro molto peggiore.
Crisi climatica, degrado e consumo di suolo, deforestazione per fare spazio soprattutto ad allevamenti e alla coltivazione di mangimi, inquinamento di aria, acque e suolo, sovrasfruttamento ittico, invasione della plastica, incendi boschivi, bracconaggio, onnipresenza dalla “human foootprint” in aggiunta all’impronta ecologica, estrazione massiccia di materia dal sottosuolo accelerano l’estinzione di specie viventi vegetali e animali e fanno invece proliferare specie aliene e invasive.
Biodiversità ed ecosistemi
Per questo molto resta da fare. Trent’anni fa, il 22 maggio del 1992 (data scelta per celebrare la Giornata mondiale della biodiversità), la Conferenza di Nairobi adottava il testo della Convenzione sulla diversità biologica (portata alla firma dei governi il 5 giugno 1992 alla conferenza di Rio de Janeiro – altro trentennale da ricordare).
Da allora si sono riunite regolarmente le “conferenza delle parti” (COP), fino alla COP15.
La quindicesima riunione (COP 15) si terrà a Kunming, in Cina, in due fasi. La prima fase si è già svolta virtualmente, dall’11 al 15 ottobre 2021. La seconda fase sarà un incontro di persona a Kunming, dal 25 aprile all’8 maggio 2022.
Infine, sta entrando nel vivo il Decennio delle Nazioni Unite per il ripristino dell’ecosistema. Proclamato dal 2021 al 2030 e iniziato ufficialmente il 5 giugno 2021, Giornata mondiale dell’ambiente, si propone di potenziare in modo rilevante il ripristino degli ecosistemi degradati o distrutti come misura per combattere le crisi climatiche e migliorare la sicurezza alimentare, l‘approvvigionamento idrico e la biodiversità.
Il ripristino dell’ecosistema, osserva l’Onu, è anche un pilastro delle convenzioni ambientali internazionali, come la Convenzione di Ramsar sulle zone umide e le Convenzioni di Rio sulla biodiversità, sulla desertificazione e sul cambiamento climatico.
Insomma, nel 2022 non ci sono scuse: mobilitiamoci ancor di più per la natura e la biodiversità. Di cui facciamo parte e senza la quale non potremmo esistere, anche se l’abbiamo profondamente trasformata e stravolta. Molti limiti li abbiamo superati, ad altri siamo pericolosamente vicini. E anche la transizione ecologica se non ne terrà conto non potrà veramente dirsi tale.