CONCORSO “CALL TO ACTION PER LA SOSTENIBILITÀ 2022”
Evento di premiazione il 27 Maggio 2022 dalle 10:00 

TECNOLOGIA, UMANESIMO E CULTURA

ATTIVITÀ PROPOSTA SU “LA SCIENZA E LA TECNOLOGIA SONO DONNE”

Per la prima volta nella storia dei Nobel dedicati alla scienza, due donne dividono il premio più ambito dai ricercatori di tutto il mondo. Il Premio Nobel 2020 per la Chimica è andato quest’anno a due donne: la francese Emmanuelle Charpentier e l’americana Jennifer A. Doudna.

Eppure anche in passato alcune donne in maniera pionieristica si sono avvicinate a queste aree costituendo oggi degli esempi da imitare.

Quali grandi donne del passato, affrontando la discriminazione del loro settore, hanno dato importanti contributi alla scienza? Raccontateci con un testo, foto, video e link la storia di una di loro.

Gli studenti hanno risposto inviando storie di scienziate quali Marie Curie, Rosalind Franklin, Rita Levi Montalcini, abbiamo scelto di pubblicare la storia di Laura Bassi, fisica e accademica italiana vissuta fra il 1711 e il 1778 per far conoscere il percorso che dovette affrontare per ottenere pari condizioni nell’insegnamento in un periodo nel quale le università e le accademie non avevano donne.

La squadra SUNSUN – classe 2D dell’I.C. Quarto-Strozzi di Genova ha presentato la storia di Laura Bassi

Laura Maria Caterina Bassi nacque a Bologna il 29 ottobre 1711, figlia unica di Giuseppe, un avvocato originario di Scandiano, nel ducato di Modena e Reggio, che aveva da poco acquisito la cittadinanza bolognese, e di Rosa Maria Cesari.

La sua intelligenza non comune e il suo grande desiderio di apprendere furono precocemente notati da un parente sacerdote, Don Lorenzo Stegani, che le insegnò la grammatica italiana, latina e francese.

La sua educazione sarà completata dal medico di famiglia Gaetano Tacconi (1689/1782), lettore di Anatomia all’università che ottenne dai genitori di Laura il permesso di insegnarle in segreto le stesse materie (logica, metafisica, filosofia naturale ed elementi di greco) che i suoi coetanei maschi studiavano nei collegi e nelle università. Le insegnò anche le tecniche della disputazione scolastica la cui padronanza le sarà in seguito di grande utilità.

Quando la ritenne pronta la fece esaminare da alcuni colleghi e personalità cittadine, tra cui il cardinale Prospero Lambertini, che nel 1731 era diventato arcivescovo di Bologna. Fu soprattutto per impulso di quest’ultimo che il senato cittadino riconobbe ufficialmente le capacità e la preparazione della giovane, che già era stata accolta come socia onoraria nell’Accademia delle Scienze (20 marzo 1732).
Il 12 maggio 1732, su decisione del Senato accademico e grazie al Cardinale Prospero Lambertini (futuro Papa Benedetto XIV) l’Università di Bologna le conferì la laurea in filosofia e la libera docenza. Nello stesso anno fu aggregata al Collegio dei Dottori di Filosofia.
Il 27 giugno discusse il tema della filosofia naturale, con l’obiettivo di ottenere un’altra libera docenza. Il 29 ottobre ricevette dal Senato la cattedra di filosofia naturale (Fisica) con uno stipendio di 500 lire.
Essendo donna poté insegnare solo in occasioni speciali con il permesso dei suoi superiori, come durante le visite di principi e sommi sacerdoti. Il 17 dicembre 1732 tenne la sua prima lezione al Teatro Anatomico dell’Archiginnasio di Bologna.
Dal 1734 fu inviata a partecipare alla cerimonia annuale dell’Anatomia Pubblica.

Nel 1738 sposò Giuseppe Veratti, docente di fisica all’università, e lo scelse perché aveva promesso che non avrebbe ostacolato i suoi studi. La coppia ebbe otto figli, di cui solo cinque sopravvissuti.

Nonostante le obiezioni dei suoi colleghi, fu nominata accademica benedettina da Papa Benedetto XIV nel 1745 con una pensione di 100 lire all’anno: il Papa introdusse un venticinquesimo posto non previsto.
Nel 1749 aprì con successo un corso di fisica sperimentale nella sua casa, allestendo con il marito un laboratorio. Trattandosi dell’unico corso disciplinare di Bologna fu frequentato principalmente da studenti universitari, e il Senato Accademico lo riconobbe come servizio pubblico assegnando a Laura uno stipendio di 1000 lire, uno degli stipendi più alti per quel tempo.


Laura Bassi fu una seguace della teoria newtoniana che applicò in molti campi di ricerca, in particolare alla fisica elettrica, diventando insieme al marito una delle principali studiose in Italia.
Coltivò  l’amicizia di importanti studiosi del suo tempo da Giovanni Battista Beccaria, l’abate Jean Antoine Nollet, Felice Fontana,  Alessandro Volta  Voltaire e fu  insegnante del cugino Lazzaro Spallanzani.
Nel 1776 Laura Bassi riuscì ad ottenere la cattedra di fisica sperimentale nell’Istituto delle Scienze, senza limitazioni dovute al genere.

Parlava e conosceva perfettamente il francese, che usava sia per discutere con i suoi visitatori sia nelle dimostrazioni sperimentali rivolte a stranieri.
Morì a Bologna nel 1778.


 A conferma del riconoscimento degli studi portati avanti da Laura Bassi e della fama acquisita nel campo delle scienze sono stati intitolati a lei:
–   un cratere su Venere e un asteroide, 15742 Laurabassi;
–   la prima nave italiana rompighiaccio per ricerche oceanografiche;
–   il Quality Engineering Center of Expertise presso l’Università di Innsbruck;

 –   il Centre of Visual Analytics Science and Technology presso l’Università Tecnica di Vienna;
– un Liceo Linguistico, delle Scienze Umane, Musicale, Economico-sociale e anche una via a Bologna, sua città natale;
– un Liceo Scientifico, Linguistico, delle Scienze Umane – Sant’Antimo (NA).


Presso la Biblioteca comunale dell’Archiginnasio, nel fondo speciale “Laura Bassi e famiglia Veratti” sono conservati documenti relativi alle famiglie Bassi e Veratti (carte personali, scritti).

Presso l’Accademia delle Scienze di Bologna sono conservate le dissertazioni (una di chimica, tredici di fisica, undici di idraulica, due di matematica, una di meccanica e una di tecnologia) 

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