Presentare il libro di Paolo De Chiara assume, per me, un significato particolare.
Conosco la vicenda narrata perché l’ho vissuta in prima persona.
Sono stato, e lo sono ancora, l’avvocato di Valerio.
L’ho seguito in tutte le fasi: i tormenti, i dubbi, le paure al momento della denuncia.
Le angosce della testimonianza nelle varie fasi processuali.
Le insonnie, le disperazioni, la depressione, la crisi nel rapporto coniugale e in quello con i figli.
La perdita di qualsiasi speranza nel futuro.
Ma, alla fine, Valerio ha vinto.
Anzi, abbiamo vinto assieme.
Si, assieme.
Ho partecipato alla sua vicenda non solo come avvocato, ma soprattutto come uomo.
E posso dire che oggi l’avvocato ha un ruolo marginale: siamo diventati Amici.
Questa esperienza mi ha confermato in un convincimento.
La persona, i suoi problemi, le sue aspettative, vengono prima, molto prima, del ruolo sociale.
Umanizzare i rapporti, esercitare la solidarietà e la condivisione, è l’unica via per avviare il cambiamento.
Incontrare l’altro nella sua identità profonda infonde fiducia e speranza.
Il mio incontro con Valerio ha rappresentato un momento magico.
Certamente per me.
Mi auguro anche per lui.
Avv. Enzo Guarnera

Un imprenditore italiano subisce, per tanti anni, l’arroganza criminale da parte di due clan di Cosa nostra: usura, estorsioni, violenze fisiche e morali. La sua storia è emblematica ed unica nel suo genere. Dopo una fortissima crisi interiore e un profondo senso di smarrimento denuncia gli aguzzini mafiosi. L’uomo entra in un mondo totalmente sconosciuto, viene trasferito in località protetta insieme ad una parte della sua famiglia. Anni di privazioni, difficili da sopportare. Estirpato dal suo territorio, perde il contatto con la sua terra, con i suoi amici, con il suo mondo lavorativo. Deve far perdere le sue tracce, diventare invisibile per scampare ad una condanna a morte sancita dai criminali senza scrupoli. Una vita da recluso, per aver compiuto il proprio dovere. I continui trasferimenti in diverse città italiane mettono a dura prova le sue certezze. Lo smarrimento, la destabilizzazione, la disperazione cominciano a convivere quotidianamente con la sua nuova vita.
Esiste un abisso tra i testimoni di giustizia e i collaboratori: sono due figure completamente diverse. I cosiddetti “pentiti”, termine senza alcun tipo di significato, hanno fatto parte delle organizzazioni criminali e nella maggior parte dei casi sono degli assassini sanguinari che hanno deciso di “saltare il fosso” per motivi di mero opportunismo, legato alla riduzione della pena inflitta; i testimoni, al contrario, sono dei cittadini onesti, senza legami con le mafie: hanno denunciato per l’alto senso di giustizia e legalità. Hanno visto, hanno sentito, hanno toccato con mano, hanno subito. Hanno avuto il coraggio di ribellarsi.
Quarta pagina di copertina IO HO DENUNCIATO
La drammatica vicenda di un testimone di giustizia italiano
Paolo De Chiara
Dal romanzo è stato tratto il film “Io ho denunciato”.
Il produttore Antonio Chiaramonte, alla 77° Edizione della Mostra del Cinema di Venezia 2020, ha vinto il Premio Starlight International Cinema Award, come miglior produttore per film di impegno sociale.
Ecco il trailer del film
Educare alla legalità in una prospettiva di giustizia e sviluppo sociale è il protocollo firmato il 25 gennaio 2020 fra la Direzione Generale per lo studente, l’inclusione e l’orientamento scolastico del Ministero dell’istruzione e l’Associazione “Antimafia e Legalità” e l’Associazione “Cinema Set” con l’obiettivo di incrementare tra le giovani generazioni la coscienza dei valori democratici e della partecipazione attraverso la realizzazione di momenti formativi sui temi della educazione alla legalità e della cultura antimafia.