Emanuele Micheli, Presidente di Scuola di Robotica, partner del progetto “Rotary per la Sostenibilità” tiene una conferenza in occasione di un evento online organizzato dal Rotary Club Milano. Il tema è impegnativo: “La Robotica al servizio dell’umanità: come gestire la prossima rivoluzione tecnologica per migliorare il nostro mondo ”.
Emanuele, dopo una breve presentazione di Scuola di Robotica, inizia la sua conferenza, che articola in tre macro-aree: che cosa è un robot, come la robotica sta entrando in società, come gestire la rivoluzione robotica nelle sue implicazioni etiche ed educative. La rivoluzione robotica sta accadendo ora, in qualche modo ce ne stiamo rendendo conto. Abbiamo già sperimentato la rivoluzione digitale, con Internet e i social, che si è sviluppata velocissima negli ultimi 20 anni. Non possiamo certo dire di averla dominata. La nuova rivoluzione tecnologica con l’arrivo di macchine che interagiranno con noi sta avvenendo ora, lentamente ma anche con accelerazioni, e dobbiamo capire come gestirla e non subirla.
Cosa è un robot
Il nome proprio di “robot” deriva dall’aggettivo in lingua ceca “robota”, che significa “lavoro pesante, forzato”, introdotto dallo scrittore ceco Karel Čapek, nel 1920. Concetto sviluppato 20 anni dopo da Isaac Asimov. Ma non esiste una definizione univoca di “robot”, e cambiano anche gli atteggiamenti. C’è grande differenza ad esempio fra Oriente ed Occidente: il Giappone a partire dal 2000 ha fatto grandi investimenti in robotica del tipo umanoide e ha una visione più estesa con queste “macchine” rispetto all’Occidente; l’Italia ha un ruolo importante nella robotica sia con le sue università e gli enti di ricerca sia nella campo della robotica industriale, nella quale primeggia in Europa insieme alla Germania.
La definizione di Emanuele Micheli è: “Robot è una macchina un po’ particolare in grado di prendere informazioni attraverso informazioni dal mondo intorno ad esse, elaborarle attraverso un software costituito da programmi o algoritmi semplici o complessi, reti neurali, intelligenze artificiali, sistemi machine learning che elaborano queste informazioni e il risultato è un output, una azione sul mondo stesso” .
Una rapida carrellata di immagini mostra un robot per la sanificazione degli ambienti attraverso raggi ultravioletti, un robot nelle strade di Tunisi per catalogare le persone in strada durante il lockdown più severo, un robot cinese in un ospedale di Padova che consente di interagire con i pazienti senza entrare nella camera, al fine di ridurre il rischio di contagio per medici, infermieri e infermiere.
Per il futuro si prospettano applicazioni molto più avanzate, software che consentiranno alle macchine prestazioni ora effettuate dagli esseri umani, come servizi di reception, di controllo nella sicurezza, di marketing, di interazione con il cliente, nel settore delle pulizie. Queste macchine hanno capacità proprie, grazie ai software di cui sono dotate, di navigazione autonoma, di afferrare oggetti, di comunicare con riconoscimento vocale e visivo, emotivo nei confronti delle persone che stanno dinanzi a loro.
Robot nella società
Scuola di Robotica è nata da due grandi persone, l’Ing. Gianmarco Veruggio e la filosofa Fiorella Operto, che sono i genitori della cosiddetta Roboetica. Grazie a loro la Commissione Europea ha creato progetti di ricerca sull’impatto etico, legale e sociale della robotica.
Piano piano la robotica sta portando una rivoluzione nella nostra vita di tutti i giorni: cleaning robot, i robot smart cooking, le nuove macchinette del caffè o delle bibite che analizzano il nostro sguardo e la nostra espressione, gli assistenti virtuali sugli schermi, i supermercati automatizzati di Amazon.
Non va però dimenticato che i progetti di robotica presentano un lato chiaro ma anche un lato oscuro ed è necessario creare consapevolezza nelle persone riguardo sia agli aspetti utili e importanti di queste tecnologie che ai lati oscuri. Prendiamo ad esempio il robot cinese che opera nell’ospedale di Padova. Un modo molto semplice di programmarlo è quello di affidarsi ai server che il robot utilizza. Tutte le operazioni vengono effettuate in cloud, che nel caso del robot cinese si trova in Cina, di proprietà dell’azienda privata che per prima ha prodotto questa macchina. Qualora non vi siano elevate conoscenze e competenze nella programmazione di queste macchine, è alto il rischio che le nostre immagini e i nostri dati siano trasferiti in un altro Stato, con altre leggi, altri background culturali, altri concetti di privacy.
Applicazioni di utilità sociale da parte di Scuola di Robotica
La cibernetica non solo non deve svalutare l’intelligenza umana, bensì affiancarsi ad essa per sviluppare applicazioni di utilità sociale. Emanuele illustra una serie di progetti, alcuni dedicati alle disabilità: il robot umanoide in un reparto di geriatria di un ospedale Galliera per la prevenzione della sarcopenia, che consiste nella perdita della forza muscolare, attraverso una serie di esercizi monitorati; il progetto di un robot programmato per interagire sulla memoria e sul racconto a “Il Paese ritrovato” a Monza, un luogo bellissimo dedicato ai malati di Alzheimer, la stampa in 3D di protesi a costo zero per bambini con grandi difficoltà motorie.
E ancora il robot AlfioTre che in un reparto pediatrico dell’ospedale Gaslini di Genova aiuta i bambini con problemi cognitivi e di relazione e il progetto Mosaic, che consiste in dadi interattivi che, in 40 scuole lombarde, vengono impiegati nell’autismo e al servizio dell’inclusione scolastica.
Altri progetti riguardano la organizzazione delle Olimpiadi di Robotica come pure progetti in corso con alcuni musei italiani, come ad esempio il robot Pepper che interagisce con gli ospiti a Palazzo Reale di Genova e invita il pubblico a fare una caccia al tesoro. Infine, progetto Rotary per la sostenibilità- la scuola in prima linea.
Nel video Emanuele vi trasporta nel mondo della robotica e del futuro con la sua grande competenza, le sue citazioni, i suoi consigli e la sua profonda umanità. Non perdetevi questa esperienza!