Ho il piacere di condividere i contenuti del progetto rotariano “Una giovane vita persa in un bicchiere” sulla prevenzione dell’alcolismo negli adolescenti, che è stato realizzato in alcune scuole di Milano, affinché possa offrire spunti di discussione in classe sugli argomenti trattati e relativi approfondimenti.
A questo progetto hanno preso parte molti medici, ciascuno con la sua specialità e la sua esperienza di vita professionale. Sono state perciò predisposte delle slides comuni che ciascuno di noi presentava ai giovani studenti del secondo e terzo anno della scuola secondaria di 1° grado e del primo anno della scuola secondaria di 2° grado in compagnia di uno psicologo. L’esperienza è stata molto arricchente sia per i medici discenti
che per gli alunni.
Dopo la proiezione di un breve filmato, dedicato all’abuso alcolico negli adolescenti, abbiamo iniziato il nostro incontro osservando che la vita media umana si è molto allungata negli ultimi sessant’anni passando dai 69,12 anni del 1960 agli 82,50 del 2016 e che tale aumento continuerà presumibilmente fino alla fine del secolo. L’aumento della vita può però essere limitato da alcuni fattori negativi quali il fumo, il consumo di alcolici, di droghe, l’alimentazione scorretta, la sedentarietà, l’obesità, i lavori usuranti e le condizioni sociali. In particolare, si calcola che l’abuso di alcol riduca la vita mediamente di vent’anni.
Abbiamo spiegato ai ragazzi il processo di formazione del vino, a partire dall’uva attraverso la trasformazione degli zuccheri in alcol etilico. Abbiamo poi spiegato che l’alcol è una sostanza psicoattiva che produce un rinforzo positivo (ansiolitico, rilassante, euforizzante, con senso di benessere e perdita dei freni inibitori) ed effetti negativi con perdita della memoria, disturbi del
comportamento, coma e morte.
Il fegato possiede geneticamente un corredo enzimatico capace di
metabolizzare l’alcol fino a un certo limite. Negli anni dell’adolescenza, tale corredo enzimatico è incompleto e insufficiente. Pertanto l’adolescente è più vulnerabile dell’adulto non possedendo ancora la completa capacità di neutralizzare l’alcol.
Gli organi più colpiti sono il cervello (encefalopatia alcoolica), il fegato (cirrosi epatica) il cuore (cardiomiopatia dilatativa), il pancreas (pancreatite, tumore) e i muscoli (ipotrofia). L’entità di danni dipende dall’età di inizio dell’abuso alcolico, dalla dose quotidiana di alcol e dal suo uso cronico e continuativo.
L’abuso di alcol può determinare: (i) dipendenza (ii) tolleranza e (iii) astinenza (crisi).
Gli alcolici non vanno però demonizzati. Infatti, in caso di consumo moderato (due, massimo tre bicchieri di vino per persona adulta) l’alcol stimola e favorisce la digestione, svolge una funzione sociale favorendo la convivialità e ha un’azione antiossidante utile al sistema cardiovascolare. L’alcol a dosi moderate è dunque un piacere e non nuoce.
Purtroppo si stanno diffondendo tra gli adolescenti pratiche di consumo alcolico sempre più pericolose. Ad esempio il binge drinking (lo sballo del sabato sera) che consiste nel bere alcolici in un’unica occasione, in breve tempo, a stomaco vuoto per ottenere “lo sballo”, ossia l’ubriacatura (rinforzo positivo). In questi casi l’adolescente assume dai 500 ai 600 ml di vino uniti a 4 o 5 lattine di birra e 4 o 5 bicchierini di superalcolici.
Un’altra pratica pericolosa è l’Eyeballing che consiste nel versare un superalcolico nell’occhio per ottenere euforia ed ebbrezza più rapidamente ed intensamente con grave pericolo di danni alla vista.
L’esaltazione e la comprensione dei pericoli conseguenti all’uso smodato dell’alcol è stato l’obiettivo principale del progetto ed è stato accolto con interesse dai ragazzi anche se alcuni di loro, nell’ammettere di avere già sperimentato l’uso di alcol, non hanno escluso di riprovarci in compagnia dei loro amici.
A conclusione di quanto esposto riporto qui di seguito il bel commento di un medico socio del Rotary Milano che, a conclusione della sua esperienza, ci ha detto:
Vorrei concludere le mie riflessioni raccontandovi questa piacevole esperienza vissuta lo scorso anno. Quando mi presento ai ragazzi, all’inizio dell’incontro, sono solito dire più o meno così:
“Io sono un vecchio medico, ma sono soprattutto un vecchio nonno e vi voglio parlare ora come parlo ai miei nipotini cioè con tanto amore….”
Al termine dell’incontro mi si sono avvicinati alcuni ragazzi che mi hanno detto: “ ciao nonno, grazie, ritorna ancora da noi” Non credo scherzassero. Uscii dalla scuola con gli occhi umidi.