CONCORSO “CALL TO ACTION PER LA SOSTENIBILITÀ 2022”
Evento di premiazione il 27 Maggio 2022 dalle 10:00 

CITTÀ E COMUNITÀ SOSTENIBILI

Come riportato da ASVIS, l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile rappresenta “un piano d’azione per le persone, il Pianeta e la prosperità. È stata sottoscritta il 25 settembre 2015 da 193 Paesi delle Nazioni unite, tra cui l’Italia, per condividere l’impegno a garantire un presente e un futuro migliore al nostro Pianeta e alle persone che lo abitano.

L’Agenda globale definisce 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs nell’acronimo inglese) da raggiungere entro il 2030, articolati in 169 Target, che rappresentano una bussola per porre l’Italia e il mondo su un sentiero sostenibile. Il processo di cambiamento del modello di sviluppo viene monitorato attraverso i Goal, i Target e oltre 240 indicatori: rispetto a tali parametri, ciascun Paese viene valutato periodicamente in sede Onu e dalle opinioni pubbliche nazionali e internazionali.

L’Agenda 2030 porta con sé una grande novità: per la prima volta viene espresso un chiaro giudizio sull’insostenibilità dell’attuale modello di sviluppo, non solo sul piano ambientale, ma anche su quello economico e sociale, superando in questo modo definitivamente l’idea che la sostenibilità sia unicamente una questione ambientale e affermando una visione integrata delle diverse dimensioni dello sviluppo.

Nell’ambito del Green Deal europeo, nel settembre 2020 la Commissione Europea, per quanto riguarda i cambiamenti climatici, ha fissato come obiettivi chiave per il 2030:

  • una riduzione almeno del 40% delle emissioni di gas a effetto serra (rispetto ai livelli del 1990)
  • una quota almeno del 32% di energia rinnovabile
  • un miglioramento almeno del 32,5% dell’efficienza energetica.

Il Next Generation EU (NGEU), anche denominato Recovery Fund, rappresenta lo strumento temporaneo pensato per stimolare la ripresa e costituisce il più ingente pacchetto di misure di stimolo mai finanziato in Europa. Per ricostruire l’Europa dopo la pandemia di COVID-19 verrà stanziato un totale di 2.018 miliardi di euro a prezzi correnti*. L’obiettivo è un’Europa più ecologica, digitale e resiliente.

Il bilancio a lungo termine 2021-27 dell’UE, unitamente al Next Generation EU, prevede importanti risorse finanziarie riguardanti i seguenti capitoli:

 Quadro finanziario pluriennale (QFP)Recovery Fund  
1. Mercato unico, innovazione e agenda digitale149,5 miliardi di euro11,5 miliardi di euro  
2. Coesione, resilienza e valori426,7 miliardi di euro776,5 miliardi di euro
3. Risorse naturali e ambiente401 miliardi di euro18,9 miliardi di euro

Il dispositivo per la ripresa e la resilienza è il fulcro di NextGenerationEU e metterà a disposizione oltre 800 miliardi di euro di prestiti e sovvenzioni per contribuire a riparare i danni economici e sociali immediati causati dalla pandemia di coronavirus per creare un’Europa post COVID-19 più verde, digitale, resiliente e adeguata alle sfide presenti e future. Sosterrà le riforme e gli investimenti effettuati dagli Stati membri.

Il Piano Nazionale per la Ripresa e Resilienza (PNRR) predisposto dal Governo italiano si articola sui seguenti 6 pilastri:

  • digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo;
  • rivoluzione verde e transizione ecologica;
  • infrastrutture per una mobilità sostenibile;
  • istruzione e ricerca;
  • inclusione e coesione;
  • salute.

Il Recovery Fund destina il 37% dei fondi a sostegno della transizione verde. Per quanto riguarda il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) si stima che il 60% dei fondi sarà trasferito agli Enti locali con riferimento a 3 dei 6 pilastri del piano:

  • Digitalizzazione, innovazione e cultura
  • Rivoluzione verde e transizione ecologica
  • Infrastrutture per la mobilità sostenibile

I progetti delle città dovranno essere coerenti con la Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile del Ministero della Transizione Ecologica, che declina sul piano nazionale principi e obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU.

Dalla strategia discenderanno le Agende Urbane, nel caso di Milano l’Agenda per lo Sviluppo Sostenibile della città metropolitana di Milano.

Le sfide che le città si trovano ad affrontare richiedono politiche multi-obiettivo e integrate. Un esempio di questa necessità di integrare politiche multisettoriali si riferisce ad esempio all’importante capitolo della mobilità sostenibile, che rappresenta uno dei 6 pilastri in cui si articola il PNRR.

Adottare modelli di mobilità sostenibili richiede di intervenire su diversi fronti.

Forte è la spinta verso una più marcata elettrificazione dei mezzi e dei sistemi per il trasporto pubblico, ad esempio con la sostituzione in atto nelle città dei bus inquinanti con nuovi e moderni bus elettrici, per ridurre l’inquinamento da CO2 e polveri sottili. Il tema delle polveri sottili è particolarmente sentito nelle aree urbane per gli effetti nocivi sulla salute degli abitanti e sulla qualità della vita urbana. Anche i costruttori di autoveicoli privati stanno accelerando nella costruzione di nuovi modelli di auto a trazione elettrica. Il tema della riduzione delle emissioni di gas serra procede in parallelo con una spinta sempre più marcata verso il miglioramento dell’efficienza energetica e l’obiettivo di incrementare l’utilizzo di fonti rinnovabili di energia.

Il tema della mobilità sostenibile non si riduce solo alla riduzione dell’inquinamento nelle città. Altrettanto importante è la sfida per la riduzione della congestione da traffico nelle aree urbane. Sotto questo aspetto riveste grande importanza l’integrazione fra politiche di sviluppo urbano e politiche per la mobilità e i trasporti, al fine di ridurre la dispersione degli insediamenti sul territorio previlegiando la vicinanza delle nuove urbanizzazioni alle stazioni del traporto pubblico urbano e ferroviario.

Occorre utilizzare sempre più modalità alternative all’auto privata (es: mobilità pedonale, ciclistica, car sharing, bike sharing, car pooling e altre che via via vengono proposte, anche con l’utilizzo delle nuove tecnologie). Le tecnologie e la disponibilità dei big data hanno reso possibile la realizzazione di piattaforme integrate con le quali le persone possono pianificare i loro spostamenti utilizzando per un singolo tragitto modalità diverse.

Vi è una forte accelerazione, che si consoliderà sempre più negli anni a venire, verso la trasformazione dei sistemi di mobilità e trasporti nella nuova dimensione di “Mobility as a Service” (MaaS), ovvero una mobilità divenuta servizio, non più centrata sull’uso estensivo dell’automobile di proprietà e la cui architrave sarà costituita dal trasporto pubblico e dallo sviluppo della shared mobility. Viviamo in un mondo della complessità ma avremo a disposizione gli strumenti per essere pienamente cittadini consapevoli, nel solco delle politiche europee ed italiane che ci condurranno verso un futuro più sostenibile.

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